Io sono Lorenzo


A tutti i padri e le madri che non pensano di fare abbastanza per i loro figli
Per tutti i figli che si lamentano dei loro genitori
Per tutti quelli che pensano che dagli sbagli non ci si possa rialzare

Leggete la storia di Lorenzo. Un amico a cui voglio un bene dell'anima


 
Io sono Lorenzo e voglio raccontarvi la mia storia.


Ritorno a molti anni fa nel periodo infantile, durante il quale in compagnia dei miei fratelli (armando, massimo, Maurizio) mi divertivo tanto. Eravamo affiatati, qualsiasi gioco era un pretesto per passare del tempo insieme. A quell’età prevale la spensieratezza e l’armonia, due ingredienti fondamentali per la serenità di ogni bambini. Lo dico perché per me e i miei fratelli non fu proprio cosi.

La nostra casa, che per chiunque poteva sembrare una qualsiasi casa situata a Venezia, per noi era una gabbia che racchiudeva (oltre a noi e nostra madre) anche il terrore.
Il terrore di vedere nostro padre ubriaco, preso dalla follia che scatenava sul corpo inerme di mia madre, scene che oltretutto ero costretto a vedere ogni giorno. Sapete cosa vuol dire ogni giorno? Vedere la propria madre presa per i capelli, sentirla urlare, piangere di disperazione e noi spaventati che le potesse succedere qualcosa di ancora più atroce.
Ma non era l’unica vittima di quell’uomo (che né Uomo e né padre definirei). Lo eravamo anche noi figli.
Si esatto, noi piccole creature che subivamo insulti e percosse. Chi fra noi quattro "le prendeva di più" era il mio fratello maggiore Maurizio, perché gli ricordava l’uomo che mia madre aveva conosciuto prima di lui, con il quale lo aveva concepito. Già, quello fu lo stupido motivo che usava per ostentare la propria rabbia su di lui. La cosa che trovo più assurda, oltre naturalmente a tutto il resto, è che mia madre, proprio lei, lo accusò di essere la causa del suo fallimento matrimoniale ed all’età di 17 anni fu cacciato di casa.

In quel periodo si iniziava a sentire anche la crisi economica, dato che lavorava solo mia madre a differenza di mio padre che faceva avanti e indietro fra vari ospedali per disintossicarsi. Forse erano proprio quelli i momenti di pace prima di ricascare nuovamente nel calvario.
Addirittura siamo stati rinchiusi in quei centri apposta per bambini che subiscono disagi, perché solo lì da come diceva mamma, avevamo la sicurezza di assaporare un piatto caldo.

Dopo tre anni, si presentò mia madre ,la prima volta nell’arco di quei tre anni, e ci portò via.
Un giorno ci trasferimmo a Mestre in una casa a noi concessa dal comune.
Per me fu una sensazione bellissima. Sembrava di trovarmi in una reggia, fin quando mio padre ricominciò a rovinare tutto, tutto quello che poteva sembrare un nuovo inizio.

Di conseguenza i miei fratelli Armando e Massimo furono spediti in un istituto di Udine .
Dopo poco Armando e Massimo scapparono.
A distanza di anni ho scoperto che In quel posto ragazzi più grandi abusavano di Massimo. Sinceramente di Armando non lo so... però riguardo alla sua fuga qualche dubbio mi è sorto.

Per ragazzi come noi è facile sbandare, trovarsi ad una sorta di bivio.
Non voglio giustificare le nostre scelte, ma voglio ricordare a tutti voi ragazzi e ragazze che avete una famiglia più o meno normale, di tenervela stretta e di abbracciare spesso i vostri genitori, perché è già una bella fortuna avere genitori che vi amano.
Noi abbiamo scelto di percorrere proprio la via sbagliata. La strada diventò per noi la nostra vera casa, e giravano con persone che venivano coinvolte in risse e certe volte pure in rapine.

Per voi può sembrare assurdo ma in loro trovavamo segnali di affetto e di rispetto che in casa non avevamo mai avuto. Quella sicurezza che finalmente per qualcuno contavamo realmente qualcosa.
Un giorno mio fratello Armando mi mostrò una somma di denaro difficile da guadagnare in poco tempo. infatti non mi diede spiegazioni... La ricevetti nel momento del suo arresto per rapina.
Durante la sua permanenza in carcere io trovai lavoro come imbianchino, mentre del mio fratellastro Maurizio sapevo solo che era in giro per l’Italia molto probabilmente in cerca di elemosina.

Quando arrivò il giorno della scarcerazione di Armando ero così felice, fino al momento in cui si allontanò mano a mano per frequentare al di fuori alcuni ex detenuti conosciuti all’interno del carcere, e penso che proprio con loro iniziò a farsi di eroina e successivamente spacciare per grandi boss.
Io volevo aiutarlo ma in fondo anch’io non ero poi così diverso visto che all’età di 17 anni venni inghiottito dal tunnel della droga.
Ricordo come fosse ieri quella stanza dell’hotel nel quale fui invitato da un amico in compagnia di due prostitute spacciatrici. Mi sentivo grande in quel momento, e quella voglia di evadere prese su di me il sopravvento e soprattutto stavo per compiere un gesto che sarebbe stato APPREZZATO.
Il mio amico commentò quelle bustine ricoperte di carta stagnola come "una bomba". Un qualcosa che ti esplode dentro che ti "sballa".
Si, fu proprio così... Quella polvere marrone che sniffai era proprio la soluzione che cercavo invano da anni, era proprio lei la soluzione dei miei problemi. Come nelle Favole che ci sono pozioni magiche adoperate per guarire il protagonista. Ed ecco io da protagonista trovai finalmente quella polvere magica che per vari attimi annullava tutto ciò che mi circondava.

Poco tempo dopo, Roberto (uso un nome di fantasia) colui che mi fornì quella roba, fu trovato in macchina in compagnia di altre persone, morte di overdose.
Si salvò solo uno di loro che assunse solo sonniferi.
Più ci penso e più mi vengono i brividi, quella notte con loro sarei potuto esserci anche io, solo che precedentemente all’accaduto decisi di andare via da solo, dopo aver passato la serata insieme.
Se non avessi preso quella decisione oggi io non sarei qui a sporcare di inchiostro questo foglio.
Forse proprio la vita mi voleva lanciare un segnale.

Dopo l’accaduto partii per fare il militare, ma anche li incontrai ragazzi che si facevano.
Ormai la droga mi aveva scelto, voleva che fossi la sua vittima predestinata e mi lasciavo cullare da essa, impotente.

Il 13 gennaio del 1983 armando fu ritrovato alle 6 di mattina nel suo letto morto di overdose a causa di un cocktail di alcol droga e medicinali.
Tutto questo lo venni a scoprire tramite un telegramma che mi venne consegnato una domenica... tutto questo a soli sedici anni.
Una vita spezzata dalla droga.
Essa ha due facce. Inizialmente si presenta come amica e poi improvvisamente ti pugnala come chi amico non è.
Mi chiusi in me stesso. Il dolore era forte, forte come la droga stessa.
Ricordo quella bara bianca a due metri da terra e il suo ricordo vive dentro di me come un macigno.
Ma questo fu solo l’inizio di altri dolori che avevi dovuto subire, perché anche Massimo a distanza di anni morì nello stesso modo...nello stesso punto...nello stesso letto

E poi Maurizio che ha fatto la stessa fine dopo 30 anni di agonia. Mi fa male parlare di questo, tre pezzi del mio cuore sono volati in cielo. Ora sono lì tutti e tre che mi proteggono e lo percepisco, perché per vari anni ho vissuto col tormento del perché solo io mi sono salvato.

Ed oggi sono arrivato ad una conclusione: sono loro a darmi la forza, se oggi sono felice e sono padre è grazie a loro.
Se oggi vivo e vedo il sole... se ho intorno persone che mi vogliono bene realmente è grazie a loro.
Io non voglio guardarmi indietro, ma voglio vivere questa vita come ho sempre voluto e come chi mi guarda da lassù vuole per me.
Voglio dire ai giovani che non esiste la differenza fra droga leggera o pesante. Esiste solo la droga.
I veri amici sono quelli che vi allontanano da quella merda, non quelli che ve la propongono.
Le vere emozioni ve le manifesta la vita mentre nessuna sostanza è in grado di farlo.
Ricordate che drogarsi è da vigliacchi, perché significa sempre aggirare i problemi rinunciando a combattere. Chi si droga chiama a se la morte, mentre chi vorrebbe vivere.. .delle volte non può.

Perché è così: la droga è la morte!
La droga attira chi è solo, chi ha vuoti profondi paragonabili ad interminabili pozzi... Non criticate un drogato ma aiutatelo.. Dietro ad un drogato c’è spesso una persona ferita.


Ma l’unica cosa più forte della droga è l’Amore

Tag:  rapporto genitori figli

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